martedì 21 maggio 2013

La ballata del Narcisista.





Caravaggio, Narciso, 1594-1596
                                                

Quando mi sono trovata nel dover scegliere quale argomento trattare per la mia tesi di specializzazione, ho avuto un attimo di esitazione, in quanto fui sommersa da idee e riflessioni che in anni di percorso e di studi mi avevano portato a vedere la realtà sotto tanti e diversi punti di vista. Scelsi, per ciò che concerne l'argomento di psicopatologia, il Narcisismo che mi ha sempre da una parte affascinato e dall'altro provocato anche una profonda tenerezza ed umanità, in quanto il loro vissuto emotivo è come bloccato, intrappolato, come se non riuscissero ad esprimere l'immensità del loro cuore e dello loro emozioni, incapaci di accogliere a volte ciò che hanno intorno, ne hanno paura e rimangono bloccati nella loro profonda incapacità di entrare in contatto con l'Altro. 
Il Narcisismo vissuto anche come metafora sociale, espressione di solitudine e di interruzioni al contatto, dove alle volte ci si trova di fronte a delle relazioni "usa e getta", si fa fatica a trovare dei punti di riferimento e sembra talvolta quasi rétro parlare di valori e di impegno morale. 
Nello stesso tempo è altresì vero che si parla anche in maniera quasi inflazionata di società narcisistica e come si sa, a livello comunicativo ed emotivo, quando una parola ed un concetto vengono troppo utilizzate si rischia che ciò che davvero vogliamo comunicare non arrivi a chi di dovere.
Ma quello che forse a volte non viene sottolineato credo in maniera rilevante sia, per questa tipologia di persone, quanto per loro possa essere estremamente difficoltoso e talvolta anche doloroso, entrare in contatto con l'Altro, riuscire ad andare al di là delle proprie solitudini e provare a mettersi in gioco, persone per le quali come diceva Lowen era impossibile dire "Ti amo" due semplici parole che aprono un mondo, ma che per loro può diventare un elemento ulteriore di distacco, di fuga dall'emotività e di profonda fragilità. Forse è stato questo l'aspetto che più mi ha colpito, sopratutto in relazione alla metodologia della Gestalt Psicosociale, nella quale l'accettazione, l'inclusione e lo "stare con", può dare un nuovo modo nel tempo e con tanta fatica di entrare a contatto con le loro antiche ferite, questo permette loro di dare voce a livello emotivo a ciò che altrimenti rimarrebbe per sempre nella caverna del loro cuore. Mi sono anche chiesta guardandomi intorno, quanto questo proliferare di una tendenza narcisistica non sia dovuta anche a quella che è la nostra realtà sociale e culturale, non mi voglio addentrare in elementi pregiudizievoli e che possano essere un monito su come risolvere e trattare la nostra società, ma nel dettaglio mi sono orientata nel vedere come anche realtà quali Internet, l'Arte e la Musica siano divenute nel tempo espressione di elementi narcisistici. 
In particolare curiosando e cercando argomenti in proposito mi sono imbattuta in una significativa quanto singolare ricerca di Nathan DeWall, pubblicata nel New York Times nel 2011, psicologo presso la University of Kentucky, che con alcuni colleghi hanno infatti analizzato i testi delle canzoni presenti nella Billboard Hot 100 Chart 1980-2007, scoprendo anche loro una costante crescita, statisticamente significativa, del narcisismo espresso nei testi musicali, con la presenza di un maggior numero di pronomi come “io” e “me”, o un incremento di parole che indicavano comportamenti antisociale come "odio" o "uccidere". Questi gradualmente sono andati a sostituirsi al classico “noi” o a parole come "amore" e "dolcezza". Esempi recenti di narcisismo nelle canzoni pop sono ad esempio quelli presenti nel brano di Justin Timberlake, del 2006 “I’m bringing sexy back”  o in quello della Beyoncé, del 2005: “It’s blazin”. In queste canzoni vi è la tendenza ad esprimere ostilità e rabbia, piuttosto che i tradizionali sentimenti di felicità e soddisfazione. Già in alcune ricerche del passato il narcisismo e i sentimenti di ostilità verso gli altri sono stati tra loro messi in collegamento, ma l’analisi di DeWall, pubblicata sulla rivista Psychology of Aesthetics, Creativity and the Arts mostra che questo accade anche nei testi delle canzoni. Fino agli anni ’80 nei testi delle canzoni l’amore era qualcosa di positivo, e riguardava due persone, mentre le canzoni più recenti sono centrate su ciò che l’individuo desidera, e sulle delusioni e le offese che altri gli hanno procurato.
In contemporanea, oltre che analizzare i testi della canzoni, i ricercatori attraverso test di personalità, verificarono che nel giro di poche decadi le emozioni vissute dalla fascia di giovani adulti era più orientata verso modelli depressivi o tendenti al narcisismo ed all'individualità che non con lo sguardo verso la Relazione e l'Altro.
Ed in Italia? anche qui si sono fatti degli studi riguardo sopratutto il modello portato avanti dai cantautori dove si assiste più alla presenza della melanconia e del dissenso sociale che non del narcisismo vero e proprio se non un esempio su tutti come nella canzone “La ballata dell’amore cieco e della vanità” di De Andrè del 1966 nella quale si assiste al ritorno della figura della persecutrice sadica, donna di Baudelairiana memoria, che rispecchia più il Narcisismo descritto da Kernberg.
L’aggressività distorta e sadica, un comportamento crudele ed onnipotente che condurrà il suo innamorato alla morte lasciandole solo “del sangue secco delle sue vene”. Non si può certo  affermare con assoluta certezza che  in un contesto culturale e sociale di questo tipo che esalta e coltiva ambizioni personali smisurate ed un distacco completo dall’emotività e dalle relazioni, si sia sviluppata come conseguenza una proliferazione di disturbi al limite, favorendo un’immaturità ed un impoverimento relazionale, affettivo e sociale, ma credo sia comunque necessario volgere un occhio attento ed una partecipazione attiva da parte dei professionisti delle relazioni d’aiuto e non solo, per saper rispondere sempre meglio alle varie esigenze che stanno emergendo in un contesto sociale sempre più disgregato e particolare ed analizzare in maniera attenta e presente questi continui mutamenti.

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